40 ANNI DALLA LEGGE BASAGLIA: A RIVALTA IL RACCONTO ATTRAVERSO UNA MOSTRA FOTOGRAFICA
Ho sempre pensato alla cultura come ad una infrastruttura necessaria per un Paese.
Un’infrastruttura che ci aiuta a crescere e a diventare cittadini, che ci educa al confronto e alla scoperta del nuovo, che ci mette davanti agli occhi prospettive e modo diversi di interpretare la realtà.
Per questo sono molto contento che a Rivalta si ricominci a fare cultura. Un investimento il cui merito principale va alla mia collega Nicoletta Cerrato, ma che sono orgoglioso di condividere con lei in questa esperienza amministrativa.
Da oggi, 12 aprile, e fino al 14 maggio al Castello di Rivalta sarà possibile visitare la mostra “Matti, dall’emarginazione all’integrazione a 40 anni dalla Legge Basaglia” del fotografo torinese Mauro Vallinotto. 84 scatti distribuiti nelle due sale espositive del Castello che ripercorrono un momento particolarmente significativo dell’esperienza professionale di Vallinotto, che a fine Anni Sessanta con la sua macchina fotografica documentò le condizioni di vita degli internati nei manicomi di Villa Azzurra a Grugliasco, di via Giulio a Torino e della Certosa di Collegno.
Erano, quelli, anni in cui gli ospedali psichiatrici conoscevano le prime aperture, grazie soprattutto all’esempio di Franco Basaglia che, contestando i fondamenti della scienza psichiatrica eliminò, nel manicomio di Gorizia da lui diretto, ogni forma di contenimento fisico dei degenti e aprì i cancelli dell’ospedale, favorendo la nascita della prima vera comunità terapeutica.
Ben diversa la situazione torinese, dove nonostante le denunce di soprusi e violenze le porte dei tre ospedali psichiatrici della città rimanevano chiuse.
Per documentare la realtà che si celava dietro quelle porte Mauro Vallinotto nel 1968 fotografò di nascosto i reparti di Collegno e di via Giulio. Due anni dopo, aiutato da alcune assistenti sociali, fece lo stesso anche a Villa Azzurra. Proprio la pubblicazione su L’Espresso delle fotografie di alcuni bambini legati ai loro letti portò a un intervento della magistratura.
Così Nicoletta Cerrato, assessore alla cultura, ci spiega meglio il senso di questa iniziativa: «La mostra che vi proponiamo parte proprio da qui, dal “prima”, attraverso l’occhio attento e sensibile di Mauro Vallinotto, per arrivare all’oggi, attraversando tutto quel percorso rivoluzionario, per certi versi ancora in divenire, che Franco Basaglia ha avviato e definito: fuori dalla segregazione, verso la trasformazione da cose a persone, perché la conquista della libertà del malato è conquista della libertà per tutta la comunità sociale».
Accanto alle foto storiche, la mostra allestita al Castello degli Orsini propone infatti anche le immagini che Vallinotto ha voluto scattare a distanza di diversi anni, per documentare le nuove realtà terapeutiche introdotte dalla Legge Basaglia. Si tratta di pazienti accolti e seguiti nelle comunità e di tutti coloro i quali hanno trovato un posto nella società, non più esclusi ma integrati -anche professionalmente- nella vita quotidiana di tutti noi.
L’appuntamento è quindi per giovedì 12 aprile alle 18.00 al Castello degl Orsini per inaugurare insieme la mostra.
La mostra sarà poi visitabile nei seguenti orari:
LUNEDI, MERCOLEDI’, VENERDI’ dalle 14.00 alle 19.00
MARTEDI dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 19.00
SABATO dalle 10.00 alle 18.00
DOMENICA dalle 15.00 alle 18.00
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”
Art. 32 della Costituzione Italiana
Nota biografica Mauro Vallinotto
Nato a Torino nel 1946, inizia il suo percorso professionale alla fine degli anni Sessanta fotografando per i settimanali Il Mondo, L’Astrolabio e L’Espresso l’emarginazione sociale, dai manicomi agli immigrati, e le lotte operaie alla FIAT. All’inizio degli anni ’70 entra nella redazione milanese dell’Espresso, collaborando al tempo stesso con le testate del gruppo Time-Life. Dal 1980 è responsabile del servizio fotografico del settimanale Panorama che lascia,nove anni più tardi, per lavorarecome inviato al Venerdì di Repubblica. All’inizio del 2000 abbandona la macchina fotografica per assumere la carica di photoeditor al settimanale Specchio della Stampa. Quindi, nel 2006 ritorna a Torino alla redazione centrale del quotidiano come capo redattore alle immagini. Dal 2010 è consulente dell’agenzia ANSA di Roma per la quale, insieme alla Mela Editing del figlio Lorenzo, cura libri fotografici e mostre per clienti privati e istituzioni,dalla Presidenza della Repubblica al Mibact al Miur.