Di seguito il mio intervento in occasione della manifestazione del 25 aprile 2021 in piazza Martiri.
Grazie Raffaele per averci fatto scoprire la storia di Ivo, un ragazzino che ha soli 13 anni si è trovato immerso in una realtà, una tremenda realtà, troppo grande per la sua età.
Ed è proprio dai racconti dei bambini e delle bambine di allora se ancora oggi riusciamo a tenere vivo il ricordo della tragedia della Seconda guerra mondiale, a non relegare quelle pagine ai soli libri di storia, a sperare che anche le nuove generazioni tengano a mente che la libertà e la democrazia, in Italia e nel mondo, non sono una conquista data una volta per tutte.
C’è un’altra tredicenne di allora che ha fatto della sua vita una testimonianza vivente, la Senatrice Liliana Segre che alla stessa età di Ivo fu deportata ad Auschwitz. A lei abbiamo voluto dedicare una parte del nostro monumento ai caduti con una delle sue frasi più belle che ci ricorda come ancora oggi occorra usare la coscienza, individuale e collettiva, contro l’indifferenza: “Coltivare la memoria – scrive Liliana Segre – è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare”.
E come possiamo girarci dall’altra parte, non sentirci responsabili, noi che una coscienza ce l’abbiamo, di fronte agli olocausti del nostro tempo, ultimo – solo temporalmente – l’ennesima strage nel Mediterraneo al largo della Libia.
Care rivaltesi e cari rivaltesi anche quest’anno ci ritroviamo in pochi qui in piazza Martiri a celebrare l’Anniversario della Liberazione. È infatti nuovamente un 25 Aprile che le condizioni sanitarie ci obbligano a vivere lontani, rispettando quelle distanze che abbiamo imparato essere una triste ma necessaria precauzione per salvaguardare la salute nostra e degli altri.
Abbiamo imparato ad usare i nuovi strumenti informatici, ma non vogliamo che questi sostituiscano per sempre il bello della piazza, il guardarci negli occhi, il riconoscerci come parte di una storia collettiva, l’abbracciarci. Perchè nei giorni di festa, è il 25 aprile è un giorno di festa, le persone si abbracciano e si stringono.
Siamo stati insieme alla Polizia Municipale e agli Alpini, che ringrazio per il loro prezioso compito di custodi di questi importanti momenti comunitari, a Tetti Francesi, alla Chiesetta della Madonna della Mercede a Gerbole, al Parco della Rimembranza, gli altri luoghi della nostra Città in cui rendiamo omaggio ai nostri caduti, ricordandone il sacrificio.
Dal prossimo anno al nostro pellegrinaggio laico si aggiungerà una nuova tappa: anche a Pasta ci sarà un monumento, uno spazio pubblico, in cui celebrare le manifestazioni civili. Era l’unico quartiere a non averne ancora uno. Sarà bello, evocativo, moderno.
Ma oggi in particolare avevamo molti motivi per ritrovarci qui, insieme, in Piazza Martiri.
Il primo lo ho già accennato, riguarda il monumento che ricorda i caduti rivaltesi di tutte le guerre. Dopo tanti anni, anche lui, come tutta la piazza Martiri, ha subito una riqualificazione: non solo la frase della senatrice Segre impreziosisce il monumento, ma anche la nuova illuminazione regala a questo angolo di Rivalta una centralità e una dignità maggiore. Vi invito, per chi ancora non ha avuto modo di passare da qui, a venire a vederlo, sia di giorno che di sera.
Il secondo riguarda la tragedia che ha colpito la nostra comunità meno di una settimana fa.
Il 25 aprile è la ricorrenza a cui il nostro Sindaco era più legato. Il Natale laico dell’Italia, la festa di tutti gli italiani, il giorno simbolo della riconquistata libertà, la festa delle istituzioni democratiche. Ho avvertito in questi giorni tristi un attaccamento e una riconoscenza certo alla figura umana del nostro Sindaco, di Nicola come lo chiamavamo in tantissimi, ma anche alla sua carica. Il Sindaco, la fascia tricolore, il Municipio. Tre elementi imprescindibili, della nostra Storia, a cui gli italiani sono da sempre profondamente legati. Per questo sono convinto che ancora di più quest’anno avevamo la necessità fisica di trovarci qui insieme, in piazza.
Ma lo faremo, e non appena le condizioni sanitarie ce lo consentiranno recupereremo tutti questi momenti.
Il 25 Aprile di ogni anno festeggiamo la Liberazione e in particolare celebriamo il giorno nel 1945 in cui il Comitato di liberazione nazionale dell’alta Italia proclamò l’insurrezione di tutti i partigiani contro gli occupanti nazifascisti. Il giorno in cui abbiamo riconquistato la dignità che il fascismo aveva infangato con la dittatura, con le leggi razziali, con l’abolizione delle libertà civili. Il giorno in cui ricordiamo il sacrificio di chi oggi non c’è più, di chi ha lottato per la nostra libertà, “vivendo in piedi anche nei momenti peggiori” come descrive i resistenti Luis Sepulveda.
Anche Rivalta diede il suo contributo di sangue. I loro nomi compaiono sulle lapidi, a loro sono dedicate strade, parchi, edifici.
E da qui, da piazza Martiri, non si può non ricordare Silvio Grimaldi, impiccato dai nazisti a mezzogiorno del 12 luglio 1944. Aveva solo 17 anni, quattro anni in più di Ivo e Liliana, e l’unica colpa di voler riconquistare la libertà perduta. A lui, lo sapete bene, è dedicata la nostra Biblioteca che da qualche anno si trova nel Castello, proprio il luogo in cui i tedeschi si accamparono nelle tristi giornate dell’occupazione nazista di Rivalta. Mi pace pensare che per Silvio Grimaldi questa rappresenti una bella rivincita. Il luogo più bello e caro ai rivaltesi, per qualche giorno caduto in mani nemiche, conserva oggi al suo interno proprio il suo nome.
Care rivaltesi e cari rivaltesi, abbiamo cura del 25 aprile, vogliamogli bene come un nostro figlio, rispettiamone gli insegnamenti, facciamone vivere i suoi valori.
Viva l’Italia libera, viva la Resistenza, viva il 25 Aprile!
Puoi vedere l’intera manifestazione a questo link: https://fb.watch/5J_JGWhQRL/
Puoi vedere il video della giornata qui: https://fb.watch/5J_FPw0IIe/