Oggi abbiamo accompagnato Mauro Ruscasso nel suo ultimo viaggio. Grazie alla disponibilità di Don Paolo ho potuto rivolgergli in Chiesa il mio saluto.
“E’ la seconda volta in meno di tre mesi che sono qui, in Chiesa, a dover ricordare un amico, un rappresentante delle istituzioni, un volontario, un rivaltese. Dopo Nicola, il nostro Sindaco, oggi salutiamo Mauro, tra le tante cose anche consigliere comunale.
Chi è qui lo conosceva bene.
Mi permetterete quindi in queste poche parole che voglio rivolgervi di non parlare del Mauro anima e cuore della Pro-Loco di Rivalta, né del Mauro gerbolano doc, conoscitore di ogni angolo del suo quartiere, tantomeno del Mauro attivista civile e politico.
Questi aspetti li conosciamo, ognuno di noi conserva nel cuore e nella mente attimi e momenti di vita vissuta insieme in uno di questi ambienti. E la sua vita è stata sicuramente piena.
Oltre ad aver riempito la sua vita, Mauro ha riempito quella di chi gli è stato accanto. Certamente quella di Laura, a cui rivolgo un pensiero affettuoso, quella del fratello Claudio, ma credo di poterlo dire a nome di tutte le persone presenti, Mauro ha riempito la vita di molti di noi. Lo ha fatto con il suo sorriso, con i suoi consigli, con il suo partecipare attivamente ai cambiamenti della nostra Città e in particolare di Gerbole, il suo quartiere. Lo ha fatto alle tante persone in difficoltà che a lui si rivolgevano per un aiuto o un consiglio, lo ha fatto alla sua comunità che voleva vedere sempre viva e sorridente.
Ma, lo dicevo all’inizio, non voglio parlare di questo Mauro.
Mi piacerebbe invece ricordarlo per una caratteristica della sua persona: la gentilezza, merce assai rara di questi tempi. Su questa predisposizione dell’animo, perché questa è la gentilezza, un magistrato e scrittore contemporaneo, Gianrico Carofiglio, ha scritto un piccolo saggio.
Prendo a prestito da lui alcune parole: “Gentilezza insieme a coraggio significa prendersi la responsabilità delle proprie azioni e del proprio essere nel mondo, accettare la responsabilità di essere umani. … Per questo la gentilezza, insieme al coraggio, diventa una dote dell’intelligenza, una virtù necessaria a trasformare il mondo.”
Ecco io penso che queste parole le possiamo ascrivere al nostro caro Mauro. Responsabilità, coraggio, intelligenza. Tre virtù, insieme alla generosità che senza le altre tre non può esistere, che ognuno di noi può rintracciare nei gesti e nelle parole di Mauro.
E mi piace anche pensare che Mauro abbia contribuito a cambiare il mondo. Non bisogna per forza essere dei leader politici o spirituali per “cambiare il mondo”. Ognuno di noi, con le sue azioni quotidiane, vi contribuisce. Non tutti ci riescono, non tutti si pongono questo obiettivo, non tutti si rendono conto che le loro azioni contribuiscono a cambiare il mondo, o almeno il pezzo di mondo nel quale vivono.
Mauro, secondo me, ci è riuscito, non so se ne sia mai reso conto, la modestia era un’altra delle sue caratteristiche, ma ci è riuscito. Lo ha fatto ogni volta che una persona lo ringraziava per l’aiuto e il sostegno che non mancava mai di dare al prossimo, lo ha fatto ogni volta che una festa nella sua Gerbole riusciva a regalare momenti di spensieratezza ai suoi concittadini, lo faceva ogni volta che con il suo sorriso e la sua bontà riusciva a riportare serenità e buonsenso in tanti di noi.
Per questo caro Mauro ti ringrazio, a nome delle tante comunità a cui partecipavi, per esserci stato, per essere stato presente nelle nostre vite, per aver brindato insieme per i successi e aver pianto insieme per le sconfitte che pure la vita ci ha riservato in questi anni.
Caro Mauro tante volte, quasi sempre a dire il vero, eri tra gli ultimi ad arrivare alle nostre riunioni. Preoccupati, ma neanche tanto, ti chiamavamo “Mauro dove sei” ti domandavamo e tu, se la telefonata toccava a me, puntualmente: “Sersc, mi chiamava così, non ti preoccupare sto arrivando, sono sul ponte”.
Ecco caro Mauro ci mancherà tanto sapere che quel pezzo di strada tra il ponte e il Comune non lo percorrerai più. Questa volta hai attraversato un altro ponte: che la terra ti sia lieve, Mauro.”