Con la crisi pandemica abbiamo visto crescere i bisogni e l’emergere di nuove fragilità. Numerose sono state le risorse messe in campo per arginare le conseguenze. Abbiamo potuto contare in questa fase sul CIdiS, sulla forte rete del Terzo Settore, impegnati con l’Amministrazione nella co-progettazione dei servizi e dell’assistenza, e sullo straordinario contributo delle Caritas parrocchiali. Queste alleanze saranno ancora più importanti nel prossimo futuro per potenziare un indirizzo di welfare di valore educativo, etico e comunitario. Ecco perché oltre ai sistemi di sussidiarietà, bisognerà incentivare sistemi di welfare che sappiano essere promotori di uno sviluppo collettivo.
Ma tutto questo non basta ancora.
Non ci sarà mai un autentico sviluppo collettivo se Rivalta guarderà alle persone disabili come soggetti da assistere, e non invece cittadini da tutelare nei diritti. Bisogna riconoscere il diritto alla costruzione di progetti di vita e di piena realizzazione di sé, ricordandoci che insieme ai loro bisogni ci sono anche delle volontà, attitudini e desideri. In quest’ottica l’Amministrazione farà propri i principi e le indicazioni della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, e, continuando ad accompagnare i piccoli, inizierà a costruire i loro percorsi futuri, che troppo spesso sono quanto di più preoccupante ci sia per le loro famiglie.
Per questo ci impegniamo a:
- sostenere percorsi che favoriscano le competenze e potenzino le abilità individuali affinché sia garantito, per quanto possibile, a tutti i livelli, lo svolgimento delle azioni quotidiane in autonomia
- promuovere le specificità individuali, la dignità e il diritto a una vita sostenuta e accompagnata, in cui sia assicurato il rispetto delle differenze
- realizzare un centro per le autonomie e i potenziamenti presso “Casa Camosso”
- ampliare la varietà e l’accessibilità alle proposte culturali, motorie, ludiche e ricreative del territorio
- promuovere l’inclusione lavorativa secondo le attitudini e le propensioni individuali
- proseguire nell’abbattimento delle barriere architettoniche negli spazi ed edifici pubblici ed incentivare i privati in questa pratica.
Nel parlare di autonomia dobbiamo anche richiamare la condizione degli anziani più fragili. L’invecchiamento della nostra società segnala l’allungamento del tempo di vita e l’incremento delle problematiche connesse con i temi della cura. Le richieste più forti sono legate al bisogno di mantenere livelli accettabili di salute, al diritto di rimanere nel proprio domicilio, all’esigenza di mantenere un ruolo attivo nell’ambito della società e della propria famiglia. Fondamentale, da questo punto di vista, sarà lavorare sulla domiciliarità e sul diritto alle cure sanitarie e socio-sanitarie, in particolare per la non autosufficienza e la media autosufficienza. Occorrerà insistere, in vista dell’annunciata Riforma di questo settore, sulla necessità di sostegni economici e servizi territoriali, con la piena responsabilizzazione del Servizio Sanitario Nazionale e Regionale, in grado di supportare la permanenza a domicilio, finché possibile, come alternativa al ricovero nelle RSA. Si tratta di una sfida che la Regione Piemonte dovrà cogliere con più coraggio, incrementando gli impegni programmatici e finanziari, potenziando il sistema delle cure sul territorio e sostenendo più attivamente le funzioni socio-assistenziali dei Comuni.
Per questo ci impegniamo a:
- promuovere, d’intesa con il CIdiS, una nuova modalità di sostegno della domiciliarità, che passa attraverso l’attivazione e il rafforzamento dei supporti alla persona malata non autosufficiente e alla sua famiglia, attraverso un forte investimento sulle cure domiciliari, l’attivazione di trasferimenti monetari, assicurati dallo Stato e dalla Regione, per il sostegno dei care giver e l’acquisto di prestazioni di cura e assistenza presenti sul territorio
- creare occasioni di socialità volte a contrastare l’isolamento e il decadimento psico-fisico, anche promuovendo l’invecchiamento attivo
- favorire il superamento delle lunghe liste d’attesa per il ricovero nelle strutture residenziali sanitarie e assistenziali
- favorire la creazione di forme innovative di convivenza/housing e l’ampliamento ricettivo nelle strutture assistenziali del territorio, in particolare con la RSA Bianca della Valle
- sostenere la coprogettazione e la piena integrazione dei servizi sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali, gestiti dall’Asl To3, dal CIdiS e dal Terzo Settore, anche ampliando gli interventi di assistenza domiciliare pubblici
- valorizzare e incrementare le attività e i progetti di aggregazione, di svago e turismo sociale, unitamente al volontariato di prossimità di tante persone anziane, in collaborazione con le Associazioni e gli Enti di Terzo Settore.
L’emergenza pandemica ha mostrato che i servizi sanitari sono fondamentali per il benessere e lo sviluppo economico e sociale di una comunità, ma soprattutto ha mostrato come la salute di tutti sia strettamente legata alla salute di ciascuno. Chi amministra deve quindi farsi primo promotore e difensore della salute pubblica, anche favorendo l’accessibilità ai servizi di cura di tutti i cittadini, a partire da quelli più fragili, perché anche di fronte alle patologie più gravi, inguaribilità non è sinonimo di incurabilità.
Per questo ci impegniamo a:
- ampliare e riorganizzare, in sinergia con l’ASLTO3, il progetto di Casa della salute – le cui potenzialità devono ancora essere in gran parte attuate – per garantire una maggiore e più adeguata presenza della medicina territoriale
- riattivare lo sportello dei servizi sociali, Cidis, sul territorio comunale creando un polo di integrazione socio-sanitaria con la medicina territoriale
- istituire la figura dell’IFEC (Infermiere di famiglia e comunità), offrendo un servizio di prossimità socio-sanitaria territoriale, anche nei quartieri
- continuare a favorire ogni forma di supporto logistico alle vaccinazioni covid e antinfluenzali
- dotare di defibrillatori le piastre sportive, le aree mercatali e i principali luoghi della Città.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento del disagio abitativo, spesso causa iniziale di successive e differenti forme di fragilità. Con l’ampliamento ricettivo all’ex monastero e i nuovi 18 alloggi di edilizia popolare alle ex Casermette, abbiamo dato una significativa risposta ai bisogni territoriali. Ma non possiamo fermarci qui; occorre andare avanti e dirigere l’attenzione anche alla riqualificazione degli edifici che hanno subito i danni del tempo.
Per questo ci impegniamo a:
- accompagnare l’inserimento dei nuovi residenti degli alloggi ERP delle ex Casermette
- favorire la manutenzione straordinaria e gli efficientamenti energetici e sismici degli edifici di edilizia residenziale pubblica, in particolare del complesso immobiliare di via Toti
- individuare aree per realizzare nuovi edifici di edilizia residenziale pubblica.
Pur nella consapevolezza che in relazione al problema del lavoro le funzioni dell’ente locale non possano essere così incisive da consentirne una soluzione, tale condivisa e condivisibile problematica deve tuttavia ricevere la risposta più adeguata possibile per il mantenimento di tutto il tessuto sociale.
Per questo ci impegniamo a:
- proseguire nel progetto Sperimenta Lavoro
- aderire ai bandi regionali per cantieri di lavoro e progetti di pubblica utilità
- promuovere con CIdiS i progetti di utilità collettiva collegati all’erogazione del Reddito di Cittadinanza
- attivare un servizio di orientamento al lavoro in collaborazione col mondo del volontariato e con enti del terzo settore che si occupano di inclusione sociale
- favorire l’imprenditorialità giovanile e l’approccio dei giovani al mondo del lavoro anche attraverso progetti sovracomunali.
Leggi il programma completo: https://www.sergiomuro.it/2021/09/08/le-nostre-idee-per-rivalta-scarica-il-programma-amministrativo/