SI SCRIVE AUSER MA SI LEGGE IMPEGNO E SOLIDARIETA’

10 anni, 85 soci, 4 presidenti. 2 negli ultimi 7 anni. Inizio coi numeri perché tutti noi conosciamo la passione delle cifre di Lillo. Cifre che però sono soprattutto segni di solidità e compattezza che non vanno dati per scontati. Non siamo di fronte a un’associazione personalistica, ma a un gruppo che sa dividere ruoli e responsabilità, che sa collaborare, che sa fare squadra.

Essere presidente non è mai stato un compito facile.

Lo si vede nei numeri, nei volti e nelle azioni che raccontano una storia di impegno incessante. Essere presidente significa caricarsi sulle spalle il peso di una macchina complessa: 85 soci, volontari tra autisti, segretari, centralinisti, donne e uomini che donano tempo e competenze. Un “esercito del bene e della solidarietà” che lavora con passione, ma che richiede una guida forte, presente, capace.

Gestire una realtà come questa non è un semplice ruolo, ma una missione. Significa coordinare, decidere, rappresentare. Significa essere il punto di riferimento per chi chiede aiuto e per chi dona, per i giovani del servizio civile e per chi si avvicina al “volontariato obbligatorio”. Non tutti sanno cogliere queste opportunità e trasformarle in valore per la comunità. Ma chi lo fa, come voi, costruisce qualcosa di straordinario.

Il vostro ruolo sociale è immenso.

Lo dimostra l’aumento di donne e uomini che si avvicinano a voi, che si affidano alla vostra associazione e riconoscono nel vostro lavoro un dono prezioso.

Siete stati fondamentali durante l’emergenza COVID: mascherine, spesa, vaccinazioni. Quel periodo ci ha ricordato quanto sia cruciale avere persone come voi, che mettono al centro il bene degli altri.

Oggi salutiamo Lillo, un presidente che ha dato tanto e che ha rappresentato con forza e dedizione il cuore di questa associazione. Un amico fraterno, una figura instancabile, sempre con quella borsa piena di documenti e idee, sempre con la capacità di unire organizzazione e umanità. Con lui ho condiviso, condivido e sono sicuro condividerò ancora un lungo tratto di strada, con la certezza di avere accanto una persona che da tutto sé stesso per la comunità che abita.

Per farvi capire quanto Lillo sia stato importante, vi racconto un aneddoto personale. Era il 2012, mia figlia Alice aveva 4 anni. Durante una delle tante campagne elettorali che ho fatto con Lillo, avevamo organizzato un evento per le 20.30. A cena con mia moglie e Alice, ad un certo punto mi alzo per non fare tardi. Alice mi guarda e dice: “Ma Lillo ti sgrida se arrivi in ritardo?” Aveva solo 4 anni, ma già capiva chi fosse Lillo per me: una figura di riferimento, un punto fermo, una guida autorevole. E credo che questa sensazione non fosse solo mia, ma anche di molti di voi.

Lillo è stato un pilastro, ma dietro ogni suo successo ci siete stati anche voi: una squadra coesa, unita da valori comuni. E mentre passiamo il testimone a Claudio, voglio ribadire che ogni risultato raggiunto non è mai frutto del caso. È il risultato di un lavoro collettivo, di una visione condivisa, di mani che si stringono e cuori che si dedicano.

A te Claudio ribadisco la disponibilità mia e di tutta l’Amministrazione per sostenere i progetti dell’Associazione, per supportare le idee e le necessità. Continuerete a trovare sempre la mia porta aperta.

Ma prima di chiudere voglio fare, credo interpretando anche il pensiero di molti un altro ringraziamento speciale, perché se voi insieme a Lillo siete riusciti a raggiungere i risultati che ormai sappiamo a memoria, lo dobbiamo a chi gli ha lasciato il volante di una macchina perfettamente avviata e funzionante.

E quindi permettetemi di ringraziare Renata. Quando hai concluso il tuo mandato eravamo in pieno covid e non abbiamo potuto farlo pubblicamente come meriti. Lo facciamo oggi con ritardo, ma lo facciamo con il cuore, perché le cose e i buoni risultati non si improvvisano, non vengono da soli e non sono mai il frutto dell’impegno di un singolo.

Concludo lasciandovi le parole di Papa Francesco, che ci ricordano che il dono e la solidarietà non sono solo scelte, ma necessità per costruire un mondo migliore. E voi, con il vostro esempio, ci fate credere che tutto questo sia possibile.

Grazie di cuore e buon lavoro.

Sergio Muro, 18 gennaio 2025